martedì 25 novembre 2014

Cartelloni divertenti o spunti per riflettere?


Si stanno diffondendo sempre di più questi cartelloni contenenti semplici disposizioni per gli spettatori delle competizioni sportive (principalmente genitori dei piccoli atleti). Sono molto carini e alcuni anche parecchio ironici, ma allo stesso tempo dovrebbero farci riflettere. Siamo arrivati al punto di dover mettere per iscritto delle regolette che fino a qualche anno fa erano implicite; affermazioni che qualunque persona potrebbe reputare banali, ma che, evidentemente, se c’è la necessità di scriverle a caratteri cubitali fuori dalle società sportive, tanto scontate non lo sono.

Per aiutarci a riflettere il Panathlon International ha pubblicato la Carta dei doveri del genitore nello sport: prendiamoci qualche minuto per leggerla!

Foto da: Pagina FB di Lega Nazionale Dilettanti 

mercoledì 12 novembre 2014

8 miti che condizionano la nostra idea di sport

Liberamente tratto da "Ripensare lo sport. Come (e perchè) utilizzare lo sport per sviluppare le potenzialità di ogni persona" di Pietro Trabucchi.

Mito n°1: Conta solo la vittoria.
Antidoto: lottare per massimizzare la vostra prestazione, al di là del risultato sportivo che ne scaturirà;
Mito n°2: Quello che è importante è la prestazione in termini assoluti.
Antidoto: siate consapevoli del “principio di Gulliver”, ovvero il giocatore più bravo non è necessariamente quello che esprime i livelli assoluti più elevati della prestazione; il migliore è quello che produce la prestazione più elevata relativamente alle sue condizioni di partenza (età, patrimonio genetico, possibilità di allenarsi, qualità della vita…);
Mito n°3: L’autostima è il prodotto dei propri risultati sportivi.
Antidoto: separate l’immagine che avete di voi stessi dai risultati sportivi, il proprio valore come persona va ben oltre la classifica;
Mito n°4: Allenarsi è una roba da primitivi! Oggi esistono tante cose per andare forte senza dover far fatica!
Antidoto: rinunciate a “scorciatoie”, soluzioni magiche ed altri rimedi onnipotenti; la persona cresce superando le difficoltà, non aggirandole;
Mito n°5: Bisogna a tutti costi evitare di perdere o di sbagliare.
Antidoto: sfruttiamo errori e sconfitte per stimolare la crescita delle nostre risorse;
Mito n°6: Lo sport è per i giovani.
Antidoto: picchiate forte sul mito che, invecchiando, si debba smettere di allenarsi duramente, lo sport dura tutta la vita e quello che si perde come “fisico”, spesso con l’età viene riguadagnato sotto forma di mentale;
Mito n°7: Lo sport è questione di fisico. Cosa c’entra la testa? Siamo mica matti!
Antidoto: non dimenticate che lo sport non è solo corpo, in quel corpo c’è anche parecchia mente! La divisione mente corpo è illusoria, in realtà è un insieme indivisibile;
Mito n°8: Gli avversari da battere sono gli altri.
Antidoto: sappiate che l’avversario sono i propri limiti, competere contro quelli altrui è solo divertimento.

martedì 4 novembre 2014

Positivity challenge: sfida con gli altri o con se stessi?

Sta girando da un po’ di tempo su facebook una moderna catena di sant’Antonio, chiamata Positivity challenge. La persona “nominata” o, in questo caso taggata, deve scrivere per cinque giorni tre cose positive che sono successe durante la giornata, invitando a sua volta altre due persone a farlo.

Il compito è molto semplice e potrebbe sembrare quasi banale, ma questo piccolo giochetto può essere molto più utile di quanto sembri. Dovendo trovare ogni giorno tre cose belle che ci sono capitate ci “costringiamo” a fermarci a riflettere, a rivivere la nostra giornata, a vedere ciò che è stato positivo e ciò che è stato negativo, i risultati raggiunti o gli errori fatti. In tal modo, da un lato, possiamo diventare consapevoli di alcuni aspetti che per via della frenesia di questo mondo spesso tendono a sfuggirci, dall’altro possiamo anche dedicare a noi stessi cinque preziosissimi minuti, cosa che spesso dimentichiamo di fare.  

La vera sfida ora è non limitarsi a farlo per cinque giorni e su un social network (che rende il tutto molto poco intimo e riservato), ma trasformare questo semplice esercizio in un’abitudine quotidiana. Prendiamoci un quadernetto da tenere sul comodino e ogni sera, prima di andare a dormire, concediamoci cinque minuti per trovare tutti i lati positivi delle ultime 24 ore. Ci aiuterà a vedere come anche quella che ci può sembrare una pessima giornata, possa nascondere piccoli gesti, momenti o persone che ci strappano un sorriso o che ci fanno stare meglio. E chi lo dice che non ci aiuta anche ad avere sonni migliori?

Non pensare “sì dai, domani lo faccio”, inizia stasera, inizia ora se hai già qualcosa di bello da scrivere. La sfida adesso non è con i tuoi amici di facebook, è con te stesso! Se hai dimostrato agli altri che lo puoi fare per cinque giorni, dimostra a te stesso che lo puoi fare per un mese, nell’intimità del tuo quadernetto.

Accetti la sfida? Scrivilo nei commenti!

Foto da Google immagini