martedì 29 aprile 2014

Visualizzazione: una risorsa in più!

Quando si nomina la visualizzazione, spesso si pensa al sognare ad occhi aperti, ma essa è molto di più di una semplice fantasticheria. Utilizzando questa tecnica in ambito sportivo è possibile, per esempio, ridurre l'ansia e migliorare la gestione delle emozioni, facilitare il recupero da un infortunio, perfezionare il gesto tecnico, controllare la fatica fisica o il dolore.
Tutto questo perché la semplice immaginazione di un movimento o di una scena, provoca una sottile stimolazione nervosa ai muscoli coinvolti e questo facilita la memorizzazione del gesto o della situazione visualizzati.* Il nostro cervello, infatti, non distingue molto bene un'azione realmente compiuta da una soltanto immaginata.
Pensiamo all'esempio pratico dell'ansia prima di una gara o di un incontro. Visualizzando in maniera dettagliata tale momento e ripercorrendo i gesti, i rumori, le sensazioni provate, le emozioni, i pensieri che lo accompagnano mi preparo mentalmente ad affrontare tale situazione, che, di conseguenza, diverrà familiare e quindi più facile da affrontare.
La visualizzazione non sostituisce l'allenamento fisico e tecnico, ma ne costituisce una valida integrazione, soprattutto se effettuata con costanza (occorrono pochi minuti al giorno) e con l'affiancamento di un esperto, che vi aiuta a pianificarla e personalizzarla.
*Teoria Psiconeuromuscolare di Jacobson (1930)
Immagine: Google immagini

martedì 22 aprile 2014

Parola d'ordine: relax!


Il momento per rilassarti è quando pensi di non avere tempo per farlo.”
Sidney J. Herris -
Nella vita, come nello sport, spesso non si dà la giusta importanza al rilassamento, inteso come momento dedicato completamente a noi stessi, al nostro corpo e alla nostra mente.
Spesso, come ricorda la citazione a inizio articolo, si ritiene di non avere tempo, ma cosa sono 5-10 minuti della nostra giornata rispetto ai benefici che può apportare?
Grazie al rilassamento, infatti, si ottiene una maggior consapevolezza corporea (indispensabile nello sport, ma non solo), un aumento della capacità di gestire le situazioni ansiogene e stressanti (per esempio l'ansia pre-gara o prima di un esame universitario o di un colloquio di lavoro), un incremento della concentrazione e, in generale, una diffusa sensazione di benessere.
Esistono vari tipi di rilassamento: alcuni esempi sono il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson, il training autogeno di Schultz, la distensione immaginativa di Parietti e il rilassamento distensivo progressivo.
Vi propongo di iniziare da quest'ultimo, che consiste nel portare l'attenzione sulle varie parti del corpo, partendo dai piedi e prendendo in considerazione polpacci, gambe, addome, braccia, mani e viso. In tale modo si induce la parte interessata a ridurre la tensione muscolare presente.

Immagine da Google immagini

martedì 15 aprile 2014

S.M.A.R.T: una tecnica per definire obiettivi in maniera efficace

Avere una meta prestabilita è un grande incentivo a livello motivazionale e aiuta a focalizzare l'attenzione su ciò che è davvero importante al fine di raggiungere quel determinato obiettivo. Ecco perché il goal setting (formulazione degli obiettivi) è uno dei punti chiave della preparazione mentale in ambito sportivo, ma può essere utilizzato anche in altri contesti quale la scuola o il lavoro.
La tecnica dell'acronimo S.M.A.R.T ci aiuta a stabilire in nostri obiettivi in maniera...intelligente!
Vediamo nello specifico cosa significa:
Specific → l'obiettivo deve essere specifico, chiaro, preciso e non ambiguo o generico;
Measurable → deve poter essere misurato, devo essere in grado di capire se mi sto avvicinando alla meta che mi sono prefissata e quanto mi manca;
Achievable → deve essere ambizioso e in grado di stimolarmi, ma tarato in base alle mie risorse, alle mie capacità e agli strumenti che ho a disposizione e quindi raggiungibile;
Realistic → deve essere realistico, perché se punto troppo in alto rischio di scoraggiarmi e di abbandonare;
Time-bound → deve avere una scadenza, si deve fissare una data entro cui raggiungere quell'obiettivo.

E voi che obiettivi avete? Sono formulati in maniera efficace?

martedì 8 aprile 2014

3 strategie per abbassare l'ansia pre-gara

L'ansia che assale lo sportivo prima di una gara o di un avvenimento sportivo importante è una risposta naturale e istintiva del corpo ad una situazione stressante. L'atleta si può sentire poco motivato, privo di energie, scarsamente concentrato, con una forte paura di sbagliare o con il grande timore di deludere i compagni, l'allenatore o gli spettatori.
Un certo grado di ansia nel periodo che precede la gara è fondamentale, poiché porta l'atleta al giusto livello di attivazione, necessario per dare il meglio di sé. Ma la tensione comincia a diventare un problema quando è eccessiva e la performance rischia di conseguenza di esserne danneggiata.
Ecco 3 facili strategie per riportare l'ansia ai giusti livelli:
  • definire un obiettivo: in base alle proprie capacità e alla propria preparazione;
  • rilassamento: insieme ad una corretta respirazione aiuta a diminuire la tensione e a rimanere concentrati;
  • visualizzazione: ripassare nella mente i vari momenti della gara, le azioni che andremo a svolgere, i movimenti, le sensazioni, i pensieri.
Nei prossimi articoli vedremo più nello specifico ciascuna di queste strategie. 
Nel frattempo ditemi, quali sono i vostri trucchetti per sconfiggere l'ansia pre-gara? 
Immagine: google immagini

martedì 1 aprile 2014

10 comandamenti per i genitori dei piccoli atleti


Entrando in una palestra, pochi giorni fa, ho notato un cartello sulla bacheca degli annunci; riportava queste dieci regolette* per i genitori degli atleti della palestra: 

  1. Non imporre le tue ambizioni a tuo figlio: ricorda che ogni bambino migliora e progredisce seguendo i suoi tempi, quindi non giudicare i progressi di tuo figlio confrontandolo con le prestazioni di altri atleti o con le tue aspettative.
  2. Sii di supporto a tuo figlio: c'è solo una domanda che devi porre a tuo figlio a fine allenamento o a fine gara: “Ti sei divertito?”; poiché se non si diverte non sarà motivato a partecipare.
  3. Non cercare di sostituire l'allenatore: il tuo lavoro è quello di dare amore incondizionato e supporto. Dì a tuo figlio quanto sei fiero di lui e lascia la parte tecnica all'allenatore.
  4. Dì solo cose positive durante le gare: devi essere incoraggiante e non criticare mai tuo figlio o il suo allenatore, perché entrambi sanno se e quando hanno commesso errori.
  5. Riconosci e rispetta le paure di tuo figlio: la prima gara può essere una situazione molto stressante ed è normale che il tuo bambino sia spaventato. Non sgridarlo e non sminuire i suoi sentimenti, assicuralo che l'allenatore non lo avrebbe fatto partecipare, se non lo ritenesse in grado. Ricordati anche che la maggior parte delle sue paure sono quelle che tu gli trasmetti.
  6. Non criticare gli accompagnatori: se non sei interessato o non hai il tempo per aiutare lo staff come volontario, non criticare chi sta facendo tutto il possibile per dare una mano.
  7. Stima l'allenatore di tuo figlio: il legame fra l'allenatore e l'atleta è speciale e contribuisce al successo e al divertimento del tuo bambino, quindi non criticare l'allenatore in sua presenza, perché lo ferirà.
  8. Sii leale e di supporto alla squadra: non è saggio continuare a spostare il bambino da una squadra all'altra, ogni team ha i suoi problemi, anche quelli in cui crescono campioni.
  9. Tuo figlio non deve avere come unico obiettivo quello di vincere: i campioni sono quelli che hanno saputo concentrarsi sull'allenamento, più che sul risultato. 
  10. Non aspettarti che tuo figlio diventi un atleta olimpico: pensa a quanti atleti che praticano lo sport di tuo figlio ci sono in Italia, e a quanti posti sono disponibili ogni 4 anni: le possibilità reali che tuo figlio diventi un atleta olimpico sono lo 0,00...%. Fare sport è molto più delle Olimpiadi, aiuta a crescere persone oneste e civili, proprio come tu vorresti tuo figlio, quindi sii contento anche solo del fatto che voglia cimentarsi nello sport.
E voi? Come vi comportate nei confronti del vostro piccolo atleta?
E gli allenatori, cosa ne pensano dell'atteggiamento dei genitori dei loro allievi?

*Liberamente tratto e tradotto da “10 commandments for swimming parentsdi Rose Snyder, Managing Director Coaching Division, USOC Former Director of Club Services, USA Swimming (a sua volta adattato da Ed Clendaniel's,”10 Commandments for Little League Parents”)

Immagine: Google immagini