mercoledì 25 febbraio 2015

Una start up per far crescere lo sport: l'esempio trentino

Palladium Management è una società di management sportivo e aziendale, nata dall’idea di tre ragazzi trentini che sono riusciti ad trovare un punto d’incontro fra la loro passione per lo sport e la loro laurea in economia. Alessandro Coser, Ivan Fonsatti e Nicola Lorenz hanno dato vita ad un progetto ambizioso che ha principalmente due obiettivi: dare la possibilità a giovani atleti trentini di esprimersi al massimo delle loro potenzialità e sensibilizzare il mondo delle aziende affinché promuovano il loro brand facendo leva sui valori positivi che lo sport può trasmettere.
Ieri, presso il Muse, si è tenuta la presentazione ufficiale della Società, con la presenza di tutte le Aziende che, credendo fortemente in questo innovativo progetto, hanno deciso di contribuire e di far parte del suo sviluppo.
Alcuni ragazzi Palladium
È stato inoltre presentato il Team Palladium Despar, un gruppo costituito dai migliori giovani atleti del territorio provenienti da discipline differenti: Yeman Crippa, Neka Crippa e Saskia Battistoni (atletica), Arianna Bridi, Sara Gusperti e Francesca Stoppa (nuoto), Cecilia Zorzi (vela), Alessandro Santoni (arrampicata), Federico Nicolini (sci alpinismo), Deborah Chiesa e Sara Eccel (tennis), Massimo Parziani (motociclismo).

Onorata di far parte dello staff medico-sanitario della Società, auguro un grosso in bocca al lupo a tutti…atleti, aziende e a tutto il team societario!!

Gli atleti, il direttivo e lo staff medico
Foto: R. Hillebrand

venerdì 13 febbraio 2015

Come rendere costruttivo un conflitto

Sul sito comunicazionepositiva.it ho trovato un interessante articolo in cui venivano indicate alcune strategie per fare in modo che un conflitto o un litigio si trasformi in qualcosa di costruttivo. Queste piccole accortezze sono utili in ogni ambito della nostra vita (lavorativo, famigliare, sportivo…) e contribuiscono a migliorare la qualità delle nostre relazioni.

Strategia n°1 
Non attaccare la persona ma il problema: colpire l’altro alle spalle o usare espressioni avvilenti serve solo a far lievitare il conflitto. Invece di attaccare la persona, concentriamoci sul problema, cerchiamo entrambi dei modi che ci permettano di migliorare le cose.

Strategia n°2 
Non cercare di vincere facendo perdere l’altro, ma vincere insieme a lui/lei: quando due persone collaborano per trovare una soluzione nella quale sono tenuti in considerazione e soddisfatti i bisogni di tutti, i risultati saranno molto più duraturi.

Strategia n°3 
Non cercare di dominare, intimidire o manipolare, ma discutere in modo diretto, onesto ed assertivo: otteniamo migliori risultati esponendo in modo chiaro e diretto il nostro punto di vista nel rispetto degli altri. Schiettezza e rispetto producono sempre risultati di gran lunga migliori.

Strategia n°4 
Non cercare nascostamente di bloccare il processo di risoluzione dei problemi, ma farli affiorare in modo che siano risolti in modo collaborativo: a molte persone non piacciono i conflitti e cercano di evitarli a tutti i costi, ma così facendo, accumulano risentimento. Molto meglio portare i problemi in superficie e parlarne in modo rispettoso in modo che si possa decidere insieme un piano d’azione o arrivare ad una soluzione.

Strategia n°5 
Non concertiamoci solo sulle nostre necessità senza tenere in considerazione quelle degli altri: cerchiamo piuttosto di vedere il mondo con gli occhi dell’altro, ascoltandolo attivamente. Prendersi il tempo di parlarsi a vicenda ed ascoltarsi attivamente ci dà l’opportunità di comprendere il problema più chiaramente e di arrivare ad una soluzione che funzioni per entrambi.

Liberamente tratto da: comunicazionepositiva.it

Foto da: Google immagini

mercoledì 4 febbraio 2015

Sport e...ippoterapia

A cura della Dott.ssa Chiara Della Casa
Quando sentiamo parlare di Ippoterapia generalmente non sappiamo bene di cosa si tratta, ne abbiamo un’immagine forse suggestiva, ma poco definita. Questo è un bel problema per chi sceglie di iscrivere il proprio figlio a un’attività di sostegno terapeutico attraverso l’uso del cavallo.
Nella confusione proliferano “proposte’’ spesso poco adeguate e poco professionali, a volte anche potenzialmente pericolose, che fanno perdere tempo e soldi. Un’attività equestre aperta alle persone con difficoltà, se fatta con le dovute cautele e da istruttori qualificati, può essere un’esperienza positiva, ma non basta per parlare di terapia!
È importante sapere che queste attività, per essere beneficiali, non possono essere attuate in modo generico.
L’approccio semplicistico, per cui si ritiene che l’animale o la relazione con lui faccia bene in quanto tale, è scorretto e rischia di compromettere le potenzialità applicative della relazione stessa con l’animale, a volte dando luogo a effetti addirittura negativi per il cliente.
In particolare, per poter essere definito terapeutico un percorso di relazione uomo-animale deve essere un percorso strutturato, tarato specificamente sui bisogni della persona a cui si rivolge, proposto e messo in atto da professionisti della salute (medici, psicologi, fisioterapisti…) competenti per questo tipo specifico di attività e teso a facilitare un percorso di miglioramento delle condizioni di salute.
Come scegliere?
Ecco un piccolo aiuto per fare una scelta più consapevole.
Verifica se:
- al primo contatto vengono fatte domande sul futuro praticante (patologia, età, obiettivi della famiglia…);
- vengono proposti uno o più incontri preliminari e/o un periodo introduttivo di conoscenza per formulare un progetto personale di intervento;
- sono richiesti certificato medico e copertura antitetanica ed eventuale documentazione anamnestico-sanitaria;
- ci sono obiettivi prefissati da monitorare regolarmente, magari con apposite schede di valutazione;
- titoli e competenze di chi propone l’attività equestre;
- c’è un regolamento di servizio nel quale sono dichiarati termini, modalità e tempi nella gestione degli interventi;
- è proposta una copertura assicurativa anti-infortuni.
Questi pochi punti, pur non essendo esaustivi, possono fare la differenza tra chi propone un percorso professionale e chi ti vende attività generiche, improvvisate e a volte anche non supportate da personale qualificato.
Quindi valuta bene cosa ti viene offerto e da chi ti viene proposto, ora che ne sai di più, pretendi professionalità e competenza.


Dott.ssa Chiara Della Casa 

Psicologa, Ippoterapia e Attività di Supporto 
Psicologico attraverso la relazione con gli animali
Tel. 3317863587 - Mail: chiara.dellacasa@libero.it
BIBLIOGRAFIA
"L’approccio zooantropologico alla pet therapy", www.salute.gov.it
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=207&area=cani&menu=pet
http://www.salute.gov.it/imgs/c_17_paginearee_225_listafile_itemname_0_file
Foto: Google immagini