mercoledì 22 aprile 2015

Perché dovremmo eliminare la parola “non” dal nostro vocabolario

Il titolo di questo articolo è volutamente un po’ forte: è chiaro che sarebbe molto difficile eliminare questo avverbio dal nostro vocabolario, ma credo che bisognerebbe per lo meno prestare una maggiore attenzione all’uso (o abuso) che ne facciamo.

Molti si domanderanno: ma che cosa stai dicendo? Cosa ha fatto di male il “non”? Il problema più grande di questa breve parolina è che sta un po’ antipatica al nostro cervello e quindi, come facciamo noi quando qualcosa o qualcuno ci irrita, la nostra mente cerca di ignorarla, dandole pochissima importanza.

Facciamo un esempio pratico: se io vi dico di NON pensare assolutamente, ma mi raccomando NON pensateci proprio, ad una macchina rossa, qual è la prima cosa che vi viene in mente?

Adesso è molto più chiaro, vero? Pensate quante volte vi dite di non fare questo o di non dire quello, sia nello sport che nella vita quotidiana. Il “non mollare” è uno dei modi più comuni utilizzati per incitare gli atleti nel mondo sportivo, ma il nostro cervello tende, come si diceva, ad ignorare l’avverbio “non” e a concentrarsi sulla parola che segue, ovvero il “mollare”, focalizzando l’attenzione dello sportivo su questo termine, con conseguenze che tutti possono intuire.

Proviamo quindi, quando possibile, a trasformare le frasi che contengono il “non” in espressioni in forma positiva, così il “non mollare” diventerà “vai avanti così” o “tieni duro” e vi assicuro che il vostro atteggiamento cambierà notevolmente.

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