Alcuni giorni fa ho letto un
interessante articolo di Jim Taylor,
psicologo e professore all’università di San Francisco, intitolato “Sport Psychology still doesn’t get the respect it deserves”, ovvero La psicologia dello sport non riceve ancora il
rispetto che si merita.
Lo psicologo innanzitutto ci
chiede di prendere in considerazione i migliori
10 atleti del mondo e dice: “Sono tutti dotati? Sì. Sono tutti in condizioni fisiche eccezionali? Sì. Sono tutti tecnicamente forti? Sì. Hanno tutti la miglior
attrezzatura? Sì. E quindi, nel giorno della gara, cosa separa i migliori
da quelli che sono vicini, ma che non raggiungono il top? Se tutti i fattori considerati sopra sono uguali, dev’essere
quello che passa nella loro mente.”
La parte mentale, però, non è mai considerata al pari dell’allenamento
fisico e tecnico. Il dott. Taylor elabora alcune interessanti teorie sul
perché di questa scarsa considerazione:
- Anche se la psicologia dello
sport è un campo di studio da più di 100 anni (negli Stati Uniti),
storicamente non rientrava nei programmi
sportivi e, se da un lato le vecchie abitudini e i vecchi metodi sono
duri a morire, dall’altro le nuove tecniche fanno molta difficoltà ad
affermarsi. La speranza è che
nasca una nuova generazione di
allenatori che, da atleti, hanno seguito un programma di preparazione mentale e ne
capiscano l’importanza;
- Molti dei migliori atleti
del mondo, sono diventati tali senza un allenamento psicologico, poiché sono stati in grado di
sviluppare le proprie abilità mentali grazie all’esperienza. Ma per ogni
atleta che è in grado di sviluppare da solo le abilità mentali, ce n’è almeno un altro, ugualmente
talentuoso e motivato, che ha bisogno di un aiuto per crescere “mentalmente”;
- L’allenamento mentale non è
così concreto e così facilmente
misurabile come le capacità
fisiche o tecniche, quindi è più difficile capire su cosa lavorare e quali
sono stati i miglioramenti;
- Ultimo, ma non meno
importante, la psicologia dello sport è spesso associata alla psicologia clinica e all’idea che
lo psicologo è il dottore dei pazzi.
Probabilmente ci vorrà ancora
molto tempo affinché la preparazione
mentale sia messa sullo stesso piano del training fisico e tecnico, ma quando
la posta in gioco si alzerà e le competizioni diventeranno sempre più dure, sia
gli atleti che gli allenatori cercheranno tutte le possibili opportunità per avere un vantaggio
sulla concorrenza e useranno a loro favore tutto ciò che la psicologia dello
sport può offrire.
NON VEDO L’ORA CHE VENGA QUEL
GIORNO!
Fonte:clicca qui per leggere l'articolo completo di Jim Taylor
Foto: www.huffingtonpost.com/
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