Abbiamo già parlato di motivazione in questo articolo,
descrivendola come il nostro “motore
interno” che entra in azione nel momento in cui si vuole raggiungere degli obiettivi. Ma va fatta una grossa
distinzione fra quelle che sono le motivazioni
intrinseche e quelle estrinseche.
Per “intrinseco” si intende
qualcosa che viene da dentro, quindi
qualcosa che fa parte dell’atleta. Per esempio
nel bambino che si approccia allo sport una motivazione di questo tipo potrebbe
essere il piacere del giocare: egli
va volentieri all'allenamento spinto dal desiderio di divertirsi.
Le motivazioni estrinseche sono, invece, quelle che
derivano da fattori esterni:
sponsor, giudizi da parte degli altri, premi, riconoscimenti.. Quindi, per esempio, un atleta che si allena
principalmente per il fatto che viene ripagato in denaro è spinto soprattutto da questo tipo di motivazioni.
Sviluppare delle forti
motivazioni interne o intrinseche, risulta essere, quindi, di
fondamentale importanza, poiché, in mancanza
di esse, il rendimento e l’impegno dello sportivo non saranno costanti, in
quanti dipendenti da fattori che spesso egli non può controllare.
Ecco allora che, soprattutto nel
caso dello sport giovanile, allenatori
e genitori dovrebbero lavorare per
sviluppare nel bambino quel desiderio
individuale e personale che lo spinge a continuare ad allenarsi.
Nel prossimo articolo, grazie
alla Teoria dell’orientamento
motivazionale, andremo a vedere come creare il clima che aiuta a motivare gli atleti.
Foto: Google immagini
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