mercoledì 12 agosto 2015

Gli elementi del flow

Nell’articolo precedente abbiamo parlato dell’esperienza di flow, quella condizione psicofisica in cui si è totalmente immersi in ciò che si sta facendo, in cui c’è una focalizzazione dell’attenzione sul compito e un distacco dagli stimoli esterni non rilevanti in quel momento.

Durante questa esperienza, oltre a non accusare la stanchezza, si sviluppano percezioni eccezionali e superiori rispetto alla normalità, che permettono di raggiungere la miglior prestazione (peak performance).

Lo studioso M. Csikszentmihalyattraverso l’osservazione di persone creative (musicisti, scrittori, pittori..), ha individuato alcune condizioni che sembrano caratterizzare  lo stato di Flow:
-    Concentrazione e focalizzazione totale su ciò che si sta facendo;
-    Senso di ecstasy, inteso come essere fuori dall’ordinario;
-    Senso di chiarezza: sapere cosa bisogna fare e come bisogna farlo (obiettivi chiari);
-    Sapere che l’attività che si sta facendo è fattibile, nonostante sia difficile, le abilità possedute sono adeguate al compito;
-    Senso di serenità: nessuna preoccupazione e sensazione di andare oltre i propri limiti;
-    Perdita del senso del tempo: ci si dimentica di se stessi e ci si sente parte di qualcosa di più grande (“l’esistenza è temporaneamente sospesa”)
-    Motivazione intrinseca: l’azione che sto svolgendo è gratificante e soddisfacente e vale la pena di essere fatta solo per il gusto di farla.

Conoscere e riconoscere questi elementi ci permette di lavorare sul nostro personale stato di Flow, con lo scopo di riprodurre le condizioni che favoriscono il suo insorgere e il suo mantenimento. Esso, infatti, non essendo uno stato fisso, ma un “continuo fluire” (G. Vercelli) va continuamente adattato ai cambiamenti esterni (mossa imprevista dell’avversario, variazioni climatiche…) e interni (aumento dell’acido lattico, variazione del battito cardiaco…).


Foto: Google immagini

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