mercoledì 16 dicembre 2015

4 fattori che influenzano l'autoefficacia

La scorsa settimana abbiamo chiamato in causa un famoso psicologo canadese, tale Albert Bandura, che ci ha permesso di affrontare un tema molto importante per gli atleti e per la prestazione sportiva, ovvero l’autoefficacia. Abbiamo visto come, da un punto di vista funzionale, un alto livello di autoefficacia porta con sè numerosi vantaggi.

Come si costruiscono, quindi, le convinzioni individuali di autoefficacia? Bandura è convinto che esse derivino da 4 fattori:

1.  ESPERIENZA DIRETTA: mettersi alla prova, sperimentarsi, testare le proprie abilità e le proprie risorse ci fa andare incontro a successi e fallimenti che arricchiscono, in ogni caso, il nostro bagaglio esperienziale;

2.  ESPERIENZA VICARIA: o di modellamento, e cioè imparare attraverso l’osservazione di altre persone (modelli), possibilmente con caratteristiche simili alle nostre. Il ragionamento sottostante è questo: “se è capace lui (che è simile a me), posso farcela anch’io”;

3.  PERSUASIONE: l’incoraggiamento esterno, soprattutto da parte di persone che riteniamo abili e capaci, se è realistico e non esagerato, aiuta a mantenere elevati i livelli di impegno e stimola a dedicarsi a compiti sempre più complessi;


4.  CONTROLLO DELLE EMOZIONI: ascoltare il proprio corpo e interpretare in maniera corretta le emozioni influenza il nostro agire. Un senso di tensione, per esempio, può essere visto come energia attivante e che facilità l’azione oppure come incapacità di saper gestire la situazione. Da qui l’importanza di saper leggere in maniera più positiva i segnali del corpo, anche attraverso l’apprendimento di tecniche psico-corporee di rilassamento.

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