La scorsa settimana abbiamo chiamato in causa un famoso
psicologo canadese, tale Albert Bandura,
che ci ha permesso di affrontare un tema molto importante per gli atleti e per la prestazione sportiva, ovvero l’autoefficacia.
Abbiamo visto come, da un punto di vista funzionale, un alto livello di autoefficacia porta con sè numerosi vantaggi.
Come si costruiscono, quindi, le convinzioni individuali
di autoefficacia? Bandura è convinto
che esse derivino da 4 fattori:
1.
ESPERIENZA DIRETTA: mettersi alla prova, sperimentarsi, testare le proprie abilità e le proprie risorse ci fa andare
incontro a successi e fallimenti che arricchiscono, in ogni
caso, il nostro bagaglio esperienziale;
2.
ESPERIENZA VICARIA: o di modellamento, e cioè
imparare attraverso l’osservazione
di altre persone (modelli), possibilmente con caratteristiche simili alle
nostre. Il ragionamento sottostante
è questo: “se è capace lui (che è simile
a me), posso farcela anch’io”;
3.
PERSUASIONE: l’incoraggiamento esterno,
soprattutto da parte di persone che riteniamo abili e capaci, se è realistico e non esagerato, aiuta a
mantenere elevati i livelli di impegno
e stimola a dedicarsi a compiti sempre più
complessi;
4.
CONTROLLO DELLE EMOZIONI: ascoltare il proprio corpo e interpretare in maniera corretta le emozioni influenza il nostro
agire. Un senso di tensione, per
esempio, può essere visto come energia
attivante e che facilità l’azione oppure come incapacità di saper gestire la situazione. Da qui l’importanza di
saper leggere in maniera più positiva
i segnali del corpo, anche attraverso l’apprendimento di tecniche
psico-corporee di rilassamento.
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