giovedì 21 luglio 2016

"Adesso concentrati!"

Attenzione e concentrazione sono due abilità mentali molto importanti nello sport e, spesso, sono anche quelle che danno maggiori problemi. Fortunatamente sono due aspetti su cui si può lavorare.

Nello specifico ogni atleta dovrebbe imparare 3 cose: 1. a cosa prestare attenzione (quali stimoli, interni od esterni), 2. quando essere attento (in quali momenti della prestazione) e 3. come mantenere alta la concentrazione anche nei frangenti più critici. In altre parole, bisogna imparare a dirigere e calibrare la propria attenzione.

Lo studioso R. Nideffer ha sviluppato un modello che individua 4 diversi stili attentivi, che si distinguono in base alla direzione verso cui va la nostra attenzione (interna o esterna) e all’ampiezza del nostro focus (quantità di informazioni). Qui sotto vi riporto, in maniera semplificata, il modello.


Ogni sport necessità stili attentivi differenti e, all’interno della stessa disciplina, possono esserci momenti che ne richiedono uno e momenti che ne richiedono un altro.

Un esempio che chiarisce questa necessità di passare da uno stile all’altro lo possiamo trovare nel gioco del calcio. Durante un rigore la mia attenzione sarà ristretta, sia interna (ripetizione mentale del colpo che voglio tirare), sia esterna (osservazione del portiere), ma quando dovrò fare una rimessa laterale la mia attenzione sarà probabilmente molto più ampia, alla ricerca della direzione ideale in cui mandare la palla.

Conoscere quali sono gli stili attentivi necessari nel proprio sport e imparare ad usarli nel momento giusto è il modo migliore per riuscire a realizzare una prestazione di alto livello e funziona sicuramente molto di più del “Concentrati!” utilizzato da molti atleti e da molti allenatori.

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