Poche sere fa ho avuto un
incontro con un gruppo di ragazzi e
di ragazze di 15-16 anni. Tutti pallavolisti che partecipano ad un camp estivo sulle splendide (lo so,
sono di parte!) montagne trentine.
Dopo un breve gioco per
rompere il ghiaccio, ho chiesto loro di scrivere su un bigliettino, che sarebbe rimasto anonimo, cosa veniva loro in mente
se dicevo “preparazione mentale”: il
primo pensiero o la prima immagine che passava per la testa. Vedendoli
titubanti, ho aggiunto che ero sicura che non ci sarebbero state risposte
sbagliate.
Vi riporto alcuni bigliettini:
“lavoro di squadra”, “gruppo unito”, “fare squadra”
“concentrazione, preparazione”,
“concentrazione, motivazione”
“paura”, “non avere paura
degli avversari”
“pensiero e mente”, “pensieri
sul 23 pari”
“atteggiamento o mentalità
vincente”
“ansia”
Nessuno dei biglietti aveva
risposte errate e questo dimostra (non avevo dubbi) che anche i ragazzi molto
giovani hanno ben chiaro che quale
sia la parte mentale che entra in
campo quando si fa uno sport. Inoltre tutti concordavano sull’importanza di saper gestire tutte queste variabili che partono dalla nostra testa e che influenzano il nostro corpo…se sono
ansioso e mi trema la mano, probabilmente non farò una battuta perfetta!
È possibile, quindi, che siamo
noi “non più giovani” a dare poca importanza
a queste variabili? Ricordiamoci che come adulti (allenatori, genitori,
insegnanti, dirigenti…) siamo dei modelli
e ciò in cui crediamo sarà quello in
cui crederanno i ragazzi che cresciamo.
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