martedì 16 giugno 2015

Quando realtà e immaginazione si fondono: l’imagery nello sport

Abbiamo già introdotto la visualizzazione, o imagery, in un precedente articolo, sottolineando come essa possa essere utilizzata per rendere più completo l’allenamento di ogni atleta.

Tale tecnica consiste nell’utilizzo di immagini mentali in cui si rappresenta un’azione o una sequenza di azioni motorie senza eseguirle realmente. La visualizzazione opera attivando determinate strutture cerebrali, che sono poi le stesse che vengono utilizzate anche nell’esecuzione pratica del movimento. Tali strutture, inoltre, inviano stimolazioni nervose ai muscoli coinvolti nell’azione (immaginata o agita). L’efficacia di questa pratica dipende da quanto l’attivazione di aree simili (nell’immaginazione e nella realtà) è precisa. Risulta quindi fondamentale rendere il più reale possibile la nostra visualizzazione.

Non si tratta, pertanto, semplicemente di chiudere gli occhi e immaginare quello che si vuole imparare, migliorare o modificare, bensì di creare una rappresentazione sufficientemente dettagliata e precisa in grado di stimolare emozioni, percezioni e sensazioni simili a quelle che vengono prodotte durante l’esecuzione reale.

Per fare ciò, un primo passo è quello di produrre uno scritto, nel quale descriviamo l’azione, il gesto, il momento che vogliamo rievocare nella nostra mente. Mettere nero su bianco le immagini ci aiuta a focalizzare l’attenzione su di esse e ci permette di renderle sempre più precise aggiungendo, togliendo o modificando dettagli che magari in un primo momento sfuggono.

Nel prossimo articolo vedremo come il modello PETTLEP di Holmes e Collins (2001) ci può aiutare in questo.

Immagine: Google immagini

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